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Cetona e la sua Storia

La Storia del rapporto dell’uomo con questo territorio ha inizio intorno a cinquantamila anni fa: gruppi di Neandertaliani frequentarono l’area del Cetona che con le sue grotte offriva un rifugio sicuro e costituiva un’ideale base per la caccia. Con l’avvento del Neolitico l’uomo diede vita ad abitati localizzati in aree favorevoli alla coltivazione e all’allevamento. Nel corso dell’Età del Rame e soprattutto della successiva Età del Bronzo, il territorio di Cetona sembra essere sottoposto a forme di frequentazione più diffusa. Una particolare concentrazione di testimonianze proviene dall’area di Belverde, sul fianco orientale del Monte Cetona: qui un nutrito gruppo di pastoriagricoltori si insediò per quasi tutto l’arco del II millennio avanti Cristo. Ci sono note le produzioni artigianali, il regime economico, le attività di scambio di questa florida comunità, ma anche le principali manifestazioni spirituali di cui restano ampie tracce nelle numerose cavità naturali presenti nella zona. Sul finire del II millennio a.C. avvenne un lento e progressivo spopolamento delle aree occupate in precedenza, con la fondazione di abitati a quote elevate. Con l’Età del Ferro la vita si spostò nuovamente a valle, verso le naturali vie di comunicazione. In località Cancelli, lungo la strada che taglia il crinale della montagna, nacque un centro rurale rimasto attivo fra il VII ed il VI sec. a.C. Nel VI sec. a.C. fiorì nei pressi di Camporsevoli un insediamento che rimase attivo fino al periodo della romanizzazione. Con l’occupazione romana il territorio venne sfruttato grazie alla costruzione di ville rurali e la fertile vallata di Cetona fu attraversata dalla Via Cassia. In epoche successive, con il progressivo impaludamento della pianura, la strada del crinale tornò ad essere abitualmente percorsa tanto da diventare, si pensa, uno dei tracciati alternativi della Via Francigena.
Il Castello di Cetona è documentato dal primo Duecento come possesso del conte Ildebrandino, soggetto alla sovranità orvietana. A lungo conteso tra Siena, Perugia e Orvieto, nel 1418 fu occupato dal capitano di ventura Braccio da Montone, e, nello stesso anno, venne da questi ceduto alla Repubblica di Siena. Nel 1455 cadde nelle mani di Jacopo di Niccolò Piccinino e delle sue truppe che provocarono danni gravissimi all’abitato. Rientrati in suo possesso, i senesi ne fortificarono le mura e costruirono robuste torri circolari. Cetona rimase fedele a Siena fino all’epilogo della guerra franco-spagnola che segnò il passaggio alla signoria dei Medici. Nel 1558 Cosimo I donò Cetona in feudo al marchese Chiappino Vitelli. Cominciò un lungo periodo di stabilità caratterizzato da importanti interventi urbanistici. Nel 1777 Cetona fu accorpata alla comunità di Sarteano, tornando ad essere autonoma nel 1809, sotto l’amministrazione francese. Durante il periodo risorgimentale, nel 1849 e nel 1867, ospitò Giuseppe Garibaldi a cui in seguito fu dedicata la piazza principale.
Le origini di Piazze risalgono al XVI secolo e sono direttamente connesse alla storia del feudo di Camporsevoli documentato sin dal XIII secolo quale territorio appartenente alla Diocesi di Chiusi. Sottoposto alla protezione di Orvieto durante l’ultimo decennio del XIII secolo, in seguito entrò nell’area di conflitto tra Perugia e Siena. Alla fine del XIV secolo Camporsevoli divenne signoria dei conti di Corbara. Nel 1462 Pio II donò in perpetuo il vicariato di Camporsevoli ai suoi nipoti, Giacomo e Andrea, e ai loro eredi che lo detennero fino agli inizi del Seicento, quando passò sotto l’influenza dei Medici. Il feudo fu ceduto, prima in parte e poi interamente nel 1630, al nobile fiorentino Niccolò Giugni. Con la soppressione napoleonica dei feudi, agli inizi del XIX sec., Camporsevoli, insieme a Piazze, dopo una breve parentesi di accorpamento a San Casciano dei Bagni, entra a far parte del Comune di Cetona.